martedì 2 febbraio 2010

Progetto ontico

E’ il progetto di natura. L’In Sé ontico resta un principio che è causa e motivo di forme che poi concretizzano il benessere. Prima di raggiungere l’In Sé ontico, però, bisogna superare diverse fenomenologie: la malattia esposta, i complessi, gli stereotipi, la matrice riflessa, il monitor di deflessione. Alla fine si ha l’accesso all’originale, rilevatore d'ogni episteme.

venerdì 1 gennaio 2010

Operatore funzionale

L'operatore funzionale è colui che, potendo leggere la realtà dell'altro oltre l'immagine che offre di se stesso, sa individuare la proporzione di come si muovono i rapporti della vita e sa applicare, situazione per situazione, la soluzione più efficace, con soddisfazione di riuscita professionale per sé e di benessere per l'altro.

apporfondimenti su www.ontopsicologia.org

martedì 24 novembre 2009

Recanto Maestro

Recanto Maestro fino a poco tempo fa era un luogo che nessuno considerava. Oggi siamo qui in questa splendida natura meravigliosa che si integra perfettamente con l'architettura moderna che ha fatto di questo luogo, un punto meraviglioso per vivere. E' un posto in cui qualunque angoletto che non valeva nulla all'improvviso, attraverso lo sguardo di un'altra persona si è trasformato in un opera d'arte. Mi piace molto stare qiu perchè c'è un'energia molto grande e usciamo di qui con le batterie ricaricate, con uno spirito nuovo.

giovedì 22 ottobre 2009

Il leader

Una delle cose essenziali che il leader deve imparare è come guadagnare subito la propria autonomia di azione, rispettando le leggi e le convenzioni, con molta responsabilità e razionalità. Senza l’autonomia è inutile parlare, perché appena egli cerca una iniziativa, valida per sé ma contro il partner o la famiglia, questi reagiscono usando la legge e la società esercita la violenza fisica contro il soggetto che non rispetta le leggi in precedenza accettate.

Il leader deve essere estremamente razionale, deve tenere conto delle implicazioni legali. Quando interviene, la terza incidenza – la società – diventa spessore storico, giuridico, difficoltà materiale. Bisogna tenerne conto.

martedì 22 settembre 2009

novità editoriale

Presentato in anteprima dall’Autore durante i lavori della Summer University 2009, è disponibile presso la Psicologica Editrice il nuovo testo dal titolo “Dalla Coscienza all’Essere”. Il lavoro si pone quale punto d’arrivo e compendio della formalizzazione di una moderna razionalità filosofica umanistica.

Info, ordini e catalogo: www.psicoedit.com

lunedì 24 agosto 2009

THE LEADER’S PSYCHOLOGY

“The one type of energy underlying all others is intelligence. A people or school of thought that succeeds in managing this enormous power possesses the elementary form that can be used to control any energy.
The historical phenomenology of this elementary energy is the leader.
The ‘Leader’ is the individual-vector of a number of different relations, capable of operating in the manner most effective for the context and gratifying for himself/herself”.
This is not meant to be just another book on leadership in an already-crowded market but a tool that defines new horizons for the ambitious. Many new lines of thought are introduced, as compared to the previous edition, being the practical result of application of the ontopsychological method to leadership consulting.
The Author illustrates a number of elementary rules that can be used in any field of advanced management, be it economic, scientific or economic.
…And then he moves on to an added dimension: the wisdom of being through having.

Antonio Meneghetti

martedì 14 luglio 2009

I ragazzi di...domani

Non so quanti possano essere i giovani che oggi provano una sorda e nascosta nostalgia, tipo una insoddisfazione generale di “non si sa bene che cosa” che va al di là di quello che è l’appagamento materiale fatto di cose e consumi.

Forse un tempo l’urgenza di un contributo per la crescita interiore di valori era più avvertita nei ragazzi. Oggi solitamente appaiono sempre più “fuori” da sé presi dall’apparenza di relazioni virtuali con il loro personale mondo sociale. Un mondo dove tutto si brucia in poco tempo, freneticamente. A quei giovani che ancora sentono quel piccolo “malino” tipico dell’adolescenza che lascia domande senza risposta, che fa pensare al famoso chi sono, dove andrò , “ma che ci sto a fare qui”, cosa diventerò, Antonio Meneghetti dà una breve spiegazione. Seppur a tratti metafisica è di certo comprensibile ai giovani che vi si ritrovano, ma anche a quegli adulti vivi che non vogliono perdere questa nostalgia.

“In molti giovani si verifica un’acuta tensione ad essere perfetti nel proprio destino. Questa sete di un altrove lontano, dove il soggetto finalmente può trovare la sua autentica identità e per la quale è riconosciuto ed amato come unico, può manifestarsi in qualsiasi età sotto i ventiquattro anni. Essa determina un’insoddisfazione generale e fa male in un intimo che sta dietro a qualsiasi altro istinto o soddisfazione. Questa acuta tensione spesso vuol dire dolore e lacrime di fuoco. Si sperimenta una frustrazione non imputabile ad alcuna causa esterna, ma così totale che resta il dubbio se è dipeso o da un errore esterno o da un’inconscia colpa personale. Si vorrebbe crescere ma non si sa come.
Questa atroce insoddisfazione si fa incomunicabile, in quanto appena si prova ad esternarla è subito inquisita come risultato di doveri comuni incompiuti, o da ricatti da parte del sistema familistico, o del sistema culturale, o in alcuni casi come alibi a precise responsabilità. Oppure all’interno della coscienza del ragazzo viene sofferto come un eccessivo ritardo – perché impediti dal mondo adulto - nel fruire determinati piaceri o diritti attribuiti fuori misura alle persone mature. A volte si ha il sospetto penetrante di derivare da una stirpe o famiglia superiore, ma ormai perduta, oppure di essere irrimediabilmente separati dalla nostra vera terra d’origine. In molti casi, il giovane accusa una carenza di gratificante amore e stima, e questo sembra dipendere da colpa o ignoranza di quanti gli stanno intorno, i quali hanno il torto di non rendersi conto del valore e dell’importanza di «…chi sono io!».
Intanto la fantasia cerca spasmodicamente viaggi, fughe, storie, curiosità d’avventure, che sostanzialmente devono compensare il vuoto immane d’una disperazione incompiuta e incompresa.
Alcune volte questa amara tensione di un insondabile anelito, sembra trovare quiete in culture esoteriche, in reincarnazioni metapsichiche, o in vocazioni religiose con missioni di eccezionale esemplarità sociale. Il giovane acquista l’urgenza assoluta nel suo intimo investendosi come risposta ad un personale appello divino, o ad una missione di giustizia sociale che gli altri invece accusano come ideologia estremista.
La metafisica nostalgia dell’essere significa quell’attrazione insondabile che provoca inesorabile l’autorealizzazione, al di là di quanto si ha già esperienza. È una necessità interiore vaga, ma ben distinta dai consueti istinti, che impone l’investimento della propria vita in qualcosa di eccellente e assoluto. Anche se in un primo tempo sembra identificabile in mete consolidate da adulti circostanti, o in soddisfazioni come sesso, amore, primato sociale, denaro, potere, riconoscimento, etc., alla fine, dopo un attento esame, è un’esigenza trascendente i beni comuni. Spietata e inderogabile, la metafisica nostalgia dell’essere, si appella al di là delle cose di questo mondo, anche se vuole la sua storia dove ciascuno di noi esiste.
L’albero deve toccare il cielo e vivere dei suoi venti e del suo sole, senza staccare mai le radici dalla terra che gli dà luogo ed esistenza. Essere cielo, mentre si cammina per terra.” Antonio Meneghetti