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sabato 13 agosto 2011

INFORMAZIONE CANCEROGENA: OMICIDIO COLPOSO, DOLOSO O PRETERINTENZIONALE? Ecco la spiegazione di Antonio Meneghetti

“Per il diritto (così come per la religione), quello dell''intenzionalità' è un discrimine fondamentale: ma, su questo stesso discrimine, le scienze – in primis la medicina – devono di gran lunga aggiornarsi”.

Dopo trent'anni di dimostrazioni in vivo in ospedali e congressi di tutto il mondo sempre di fronte a medici e pazienti (e a fronte di tanti testi tradotti in tutte le lingue), Antonio Meneghetti, fondatore dell'Ontopsicologia, è tornato ad evidenziare la possibilità di risolvere qualunque fenomenologia tumorale - aperta dalla scoperta ontopsicologica del campo semantico – anche attraverso una saggistica affidata a riviste scientifiche internazionali.

“Processo di somatizzazione in più fasi di un'informazione che fa da starter a livello subatomico”: il cancro, cioè, come effetto di una causalità tutta psichica. Precisamente, un'informazione all'inizio consapevole, conosciuta, amata, irrigidita dalla convinzione della sua fondatezza e legittimità, normalmente legata alla sfera del sesso oppure aggressività, invidia, vendetta: tarli mentali che quasi nessuno sfida mai e che a volte scrivono lettere particolarmente assassine. Da lì, la polarizzazione energetica indotta da questa informazione (che di energia non ne ha ma è capace di muoverla) agisce nell'organico della persona a sua insaputa (“inseminazione cosciente di una notizia che diventa inconscia”). E genera iper-vitali cellule anti-vita: capaci di perpetrare un vero e proprio omicidio, dall'organo alla funzione, fino all'intera persona.

Insomma, si tratti all'inizio di 'dolo' o di 'preterintenzionalità' (nel linguaggio giuridico, rispettivamente, consapevole volontà di perseguire determinati risultati, oppure comportamenti che producono effetti più gravi delle intenzioni) e si trasformi poi in 'colpa' (qui, per il diritto, l'intenzione non c'è ma c'è però la responsabilità di non aver usato le normali accortezze che avrebbero potuto evitare le conseguenze negative), il tumore è sempre e solo generato da un'informazione intrapsichica, capace di diventare assassina. Non si tratta di demonio dentro di te o uccidere il padre.

giovedì 27 maggio 2010

L’attore e il personaggio

Vi è mai capitato, guardando un film, di domandarvi se quell’attore, recitando quella parte, si senta in qualche modo coinvolto personalmente e intimamente in quell’ossessione, in quella pazzia, in quel dolore? Nell’ottica ontopsicologica un bravo regista non sceglie mai casualmente un attore (o un’attrice), ma lo sceglie perché coglie in lui quella modalità complessuale che lo renderà perfetto a rappresentare quel personaggio.

Quindi il bravo attore è colui che sa suscitare le emozioni nel pubblico, ma riesce in questo perché in se stesso vive, in modo inconscio, quella situazione, quel dramma, quella nevrosi. Per cui la recita sul set diventa l’occasione per l’attore di poter esternare i suoi sentimenti, vissuti inconsciamente, che possono essere aggressività, odio, invidia, ecc., perché sul set sono accettati, fuori dal set non sono contemplati. E’ proprio nella falsità della creazione del personaggio che l’attore presenta una verità del suo inconscio individuale e collettivo.

venerdì 12 marzo 2010

Giovani imprenditori e Ontopsicologia

In occasione di una Tavola Rotonda organizzata nel corso del Convegno internazionale “I leader intellettuali delle Nazioni Unite si impegnano per lo sviluppo stabile dell’umanità” (Palazzo di Vetro dell’ONU, New York, 5 gennaio 2001), Elena, una giovane imprenditrice russa proprietaria di un centro specializzato in benessere psico-fisico, a chi le chiedeva le motivazioni del suo interesse per lo studio della scienza ontopsicologica ha risposto: “Le molte cose che solitamente sento dire nelle grandi istituzioni, dagli accademici, etc. non mi entusiasmano, al contrario mi rendono triste. Raramente c’è un discorso che porti l’esempio di un giovane arrivato al successo. Riguardo all’Ontopsicologia, credo che questa scienza sia un strumento, una tecnica che dà il passaggio per arrivare dove ognuno è autentico. Non dà una verità, non insegna una legge religiosa, ma certamente dà il mezzo tecnico per arrivare ad essere l’espressione della propria natura autentica, della propria vera essenza. È importante che noi giovani, invece di lamentarci spesso per le cose che non vanno, cominciamo ad evolvere la nostra intelligenza, studiando, lavorando e perfezionandoci giorno per giorno”.

venerdì 1 gennaio 2010

Operatore funzionale

L'operatore funzionale è colui che, potendo leggere la realtà dell'altro oltre l'immagine che offre di se stesso, sa individuare la proporzione di come si muovono i rapporti della vita e sa applicare, situazione per situazione, la soluzione più efficace, con soddisfazione di riuscita professionale per sé e di benessere per l'altro.

apporfondimenti su www.ontopsicologia.org

martedì 16 giugno 2009

GLI STRUMENTI ONTOPSICOLOGICI

Il residence è uno stage full immersion di tre-sette giorni rivolto a
gruppi selezionati di persone, durante il quale viene effettuata la
verifica se il proprio stato di essere e la propria produzione di vita
sono o non sono funzionali alla crescita, al benessere e alla
soddisfazione di tutta l'unità di azione che si è. Quindi si verifica
se il proprio modello di vita - oltre che essere sano - è anche in
gestione efficiente e riuscita vincente. Qualora così non fosse, si
individuano quelle disfunzioni o quelle circostanze che non danno
questa unità di azione altamente funzionale e, una volta analizzate
attentamente, si rapportano all'efficienza totale del soggetto.

Metodologia
Lo strumento del residence è costituito da:
a) attività pratiche, che mirano a correggere il comportamento del
soggetto ed evitare la dissociazione intellettuale tra fare e pensare
che di fatto riduce il potenziale della persona;
b) metanoia interiore, cioè l'azione di ricondurre l'individuo al
proprio punto fondante, alla propria intenzionalità di natura, la
quale - una volta attivata - libera un'enorme capacità di
realizzazione;
c) formazione intellettuale contemporanea alle dimensioni precedenti e
necessaria per dare una base concreta e razionale all'azione del
residence.

I presupposti per la partecipazione ad un residence sono:
a) preparazione psicologica dei partecipanti attraverso il training
ontopsicologico;
b) comprensione dei termini ontopsicologici, poiché le parole che
vengono usate configurano quantici di realtà, modi di azione che non
sono stati mai previsti nella psicologia scientifica;
c) disponibilità al cambiamento metanoico.

Il residence è costituito da cinque aspetti.
1) Analisi psicologica del soggetto, attuata tramite gli elementi diagnostici.
2) L'ambiente: un luogo ecologicamente sano, semplice, culturalmente
umanistico, fatto per una convivialità serena.
3) Convivenza per alcuni giorni accanto al professionista
psicoterapeuta, in quanto tecnico specifico dell'esistenza. Ciò
consente di fare in modo congruo una “messa a punto” di se stessi,
cioè coordinare tutte le componenti della personalità e correlarle
alla direzione vincente.
4) Convivialità ecologica. L'uomo è anche "terrestre", cioè è fatto
del pianeta Terra e ha bisogno di un continuo contatto nutritivo con
ciò che è la terra. Attraverso il metabolismo con essa, infatti, si
attua un'ecologia psicologica di come fare con la vita.
5) Individuazione della specificità del soggetto secondo la forma del
proprio In Sé ontico. Durante un residence ontopsicologico non si
parla di filosofia, di morale o di politica: si parla sostanzialmente
dell'ultimo di se stessi, della fenomenologia interiore della persona
e quindi del movente, dell'agente, del primo farsi del protagonista di
tutta quella storia, cioè dell'In Sé ontico.

Il gruppo
Il gruppo dei partecipanti non deve essere superiore a venti, né
inferiore a dieci. In ogni residence le persone vengono scelte sempre
secondo una tematica, una coordinata abbastanza generale, in modo che
all'interno del residence siano presenti, nelle diverse persone, tutte
le sfaccettature che permettano di ricostruire in maniera completa la
dinamica psichica che è una, ma si articola in diverse modalità,
complementari tra loro.

I momenti di un residence
1) Analisi aggiornata sulla situazione psicologica dei singoli
soggetti. Anche se il residence è un'attività di gruppo, l'indirizzo è
sempre individuale.
2) Taglio. Una volta che si è rilevata la situazione psicologica si
deve fare l’espurgo della distonia.
3) Direttività. Negli ultimi giorni l'ontopsicologo dà un'insieme di
direttive e indirizzi pratici sull'immediato futuro, desunte dalla
semantica intenzionale dell'In Sé ontico di ciascuno e circoscritto
alla situazione in atto.

Effetti del residence
Il primo vantaggio che si ottiene da un residence riuscito è il
risultato di una soddisfazione che si estrinseca su vari piani
qualitativi: lavorativo, di salute, di amicizia, di intelligenza, di
sentimento, di politica, di economia, di primato, cioè su tutte quelle
cose che fanno ordine di se stessi. Nonostante ciò, l'essere umano è
libero, e per tale ragione non necessariamente, una volta che ha
evidenziato il meglio di se stesso, lo decide. Quindi, affinché
l'effetto benefico del residence divenga struttura positiva di
comportamento, è necessario un tempo di maturazione, una lucida presa
di coscienza ed una coerenza di azione.

martedì 12 maggio 2009

Origine del termine psicoterapia spiegata dal Prof. Antonio Meneghetti

Originariamente il temine terapia denotava un riferimento di valore di carattere morale. Deriva dal verbo θεραπέυω e significa 1) venerare (di solito in riferimento agli dei e all’autorità); 2) occuparsi con sollecitudine verso i padroni, gli amici e i familiari; 3) curare in senso molto elastico.

Il senso etimo dell’azione significa ricercare, sorvegliare il dono. Per dono si deve intendere lo spirito vitale, fluido vitale o campo eterico. La parola θεραπέια significa ossequio, servizio, cura, attenzione, sollecitudine, in relazione a Dio, ai genitori, ai propri cari.

In questo senso fu sempre usata da Tucidite, Platone, Fedro, Omero, etc. Anche il Cristianesimo usò questo termine e lo riferì sempre alla cura pastorale delle anime. Ippocrate usurpò questo termine e lo adibì per la cura dei malati in senso globale; ma anche dopo Ippocrate (830 a.c.) il termine θεραπέια fu sempre usato nel significato dei grandi autori. Il termine di terapia in senso medico è una forzatura o piuttosto un’appropriazione abusiva fatta di recente da qualche secolo.

Il termine italiano e latino più corrispondente è ‘cura’ da curare, la cui accezione è estesa e facile. Più propriamente il significato classico è conservato dalla chiesa cattolica in senso di servizio spirituale o cura delle anime; il sacerdote parroco in molti paesi è chiamato curatore di anime o più dettagliatamente ‘curato’, il padre curato, (curato è l’abbreviato di curatore). In questo senso, terapia significa già di per sé un riferimento deferente verso i valori interiori d’un altro. Dire addirittura psicoterapia è confermare in modo specifico un atteggiamento di ricerca deferente e risanante sull’anima. (Antonio Meneghetti)

sabato 11 aprile 2009

Metodologia

Lo strumento del residence è costituito da:

a) attività pratiche, che mirano a correggere il comportamento del
soggetto ed evitare la dissociazione intellettuale tra fare e pensare
che di fatto riduce il potenziale della persona;
b) metanoia interiore, cioè l'azione di ricondurre l'individuo al
proprio punto fondante, alla propria intenzionalità di natura, la
quale - una volta attivata - libera un'enorme capacità di
realizzazione;
c) formazione intellettuale contemporanea alle dimensioni precedenti e
necessaria per dare una base concreta e razionale all'azione del
residence."

E' possibile apporofondire la tematica sul sito ufficiale dell' associazione internazionale di ontopsicologia di Antonio Meneghetti

giovedì 12 marzo 2009

In Sé ontico

L’In Sé ontico indica la forma di “come” esistere. Tutte le azioni della vita che confermano quel “come” producono lo sviluppo sano dell’individuo, ciò che ne è difforme produce patologia.

La sparizione del sintomo si ha ogni qualvolta vengono seguite le indicazioni di questo principio (l’In Sé ontico appunto). Dopo una lunga sperimentazione su centinaia di casi, il Prof. Meneghetti ha codificato il metodo mettendolo a disposizione di altri studiosi secondo il principio galileiano della “osservabilità e ripetibilità”, che non vanno tout court identificati con l’oggettività, propria delle scienze naturali e non utlizzabili nel caso dell’uomo (ente eminentemente soggettivo) le cui manifestazioni visibili non sono assolutamente comprensibili limitandosi a quanto registrato dai “sensi esterni”.

per approfondimenti: ontopsicologia sito ufficiale

mercoledì 11 febbraio 2009

residence

The Ontopsychological residence is one of the educational activities envisaged by the Ontopsychological method. It aims at providing a total, full-immersion formative experience, and usually lasts between 3 and 7 days. Great attention is paid to the choice of the place and structures where the activities are carried out, as they need to provide an ecobiological environment for the participants, which may number from 15 to 50.

The figure of the trainer (or trainers) is an important aspect of the experience; he must be a mature individual in terms of experience, health, economic and social fulfilment, knowledge of Ontopsychology and of autonomous means and capacities.

giovedì 25 dicembre 2008

Leaderistica

Posto questo libro tematico:

LEZIONI DI SAN PIETROBURGO

Questa raccolta di lezioni, svolte dall’Autore nel 1990 presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di San Pietroburgo, intende offrire al lettore un approccio introduttivo ai concetti base della scienza ontopsicologica: l’In Sé ontico, il campo semantico, il monitor di deflessione, la psicosomatica.
La straordinaria semplicità di questi scritti, infatti, contribuisce a dare un quadro di lettura chiaro ed allo stesso tempo unitario di una scienza all’avanguardia come l’Ontopsicologia, a cui guardano con interesse le migliori intelligenze impegnate a comprendere il vasto panorama inconscio della psiche umana.

per altre info: A.I.O.

martedì 16 dicembre 2008

Attività formative dell'ontopsicologia

Il residence leaderistico rappresenta una delle attività formative utilizzate dall'Ontopsicologia, si tratta di un percorso di formazione full-immersion che può variare da tre a sette giorni. Lo spazio e le strutture utilizzate per la formazione dei leader e dei potenziali leader sono spazi ecobiologici residenziali, il gruppo di persone che possono partecipare ad un residence leaderistico variano da 15 a 50 persone.

Un aspetto importante del residence leaderistico sta nella figura del formatore o dei formatori, che sono persone mature per esperienza e sanità, realizzate da un punto di vista economico-sociale, hanno una formazione specifica in Ontopsicologia e una propria autonomia di mezzi e capacità.

Gli scopi formativi che si raggiungono con il residence leaderistico sono:

1. Creatività della psicologia dirigenziale;
2. Autenticazione e sviluppo del leader o potenziale leader;
3. Evoluzione storica e prassica del leader in qualsiasi campo di applicazione, economico, politico scientifico, artistico e dirigenziale (C.E.O.).

La metodica utilizzata per la formazione dei leader è quella Ontopsicologica, che permette, attraverso la sua applicazione, di poter effettuare una verifica sostanziale e precisa di quella che è la situazione di ogni partecipante al residence. Il leader partecipante può conoscere così se la propria produzione di vita e di risultati è conforme alla sua funzionalità, al suo benessere e alla sua soddisfazione specifica.