mercoledì 21 aprile 2010

In Sé ontico

Al momento della nascita, ciascuno di noi reca dentro di sé un seme, un principio vitale, un progetto virtuale che lo rende unico e diverso da tutti gli altri esseri umani. Ciò significa che, nel momento in cui io Giovanni faccio la mia comparsa su questo pianeta se da un lato, in quanto uomo, sono dotato di un’essenza di base che mi rende, appunto, un essere umano e non una pianta, piuttosto che un fenicottero o un delfino – un’essenza che, quindi, mi rende uguale agli altri esseri umani, perché con loro condivido un certo modo di intelligenza, un certo modo di metabolizzare il reale, un certo modo generale di essere e di esistere – dall’altro lato ho in dotazione di natura un principio che mi rende del tutto diverso dagli altri miei simili, ho in me un progetto, un’attitudine ad essere che mi specifica e che mi differenzia da Carmela, da Giacomo, da Elisabetta, da Massimo, etc., i quali, a loro volta, pur formalizzati come me nella medesima natura umana, hanno un proprio specifico progetto che li rende diversi tra loro e diversi da me. Questo principio, che il Prof. Antonio Meneghetti ha descritto nel corso della sua attività di sperimentazione clinica ed ha chiamato In Sé ontico, consente a ciascun essere umano di scegliere, momento per momento, ciò che è bene e utile per sé, e quindi ciò che conduce alla sua felicità e alla sua realizzazione esistenziale. Alla luce di questa importante scoperta, la scienza ontopsicologica offre, a ciascun essere umano, la possibilità, attraverso una specifica tecnica razionale che pone quale suo criterio costante l’identità unica ed irripetibile del soggetto, di cogliere il proprio progetto esistenziale e, quindi, di viverlo: dal momento in cui il soggetto è a conoscenza di quanto e di cosa è nato per essere, nell’esercizio del suo (reale e non più presunto) libero arbitrio, ha la possibilità di esserlo perché lo sa, e quindi ha la possibilità di esistere con sanità, piacere e creatività.

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